Chi è realmente Mario Draghi? Storia di un vile affarista
Nel nome dell'alta finanza
Pillole biografiche
Mario Draghi nasce nel il 3 Settembre del 1947. Si forma prima all'Università della Sapienza di Roma, poi si specializza al MIT di Boston. E' stato allievo di Federico Caffè, uno dei principali diffusori della dottrina keynesiana in Italia. Draghi è stato incaricato di moltissime posizioni di spicco sia a livello mondiale che a livello nazionale. Ricordiamo che in Italia occupò il ruolo di direttore generale del tesoro dal 1991 al 2001, governatore della Banca d'Italia dal 2005 al 2011, mentre all'estero ricordiamo l'esperienza come presidente della BCE dal 2011 al 2019 e nel 2002 è stato nominato come Managing Director di Goldman Sachs. Ma procediamo con ordine.
Direttore Generale del Tesoro e svendita degli asset industriali
Goldman Sachs
Banca d'Italia, Monte dei Paschi e Antonveneta
Gli enti sovrannazionali
Ovviamente la figura di Draghi non si limita al campo nazionale. Il professore fa parte di parecchie think thank e lobby che puntualmente regolano e influenzano molte decisioni politiche. L'ex presidente della BCE infatti appartiene al G30, gruppo dei 30 banchieri più influenti e potenti al mondo, ha partecipato ad alcuni riunioni del Bilderberg, che stranamente è riuscita a piazzare alcuni suoi membri in alti ruoli nazionali (Macron in Francia, Monti e Letta come presidenti del consiglio in Italia, Papademos in Grecia, Monica Maggioni alla presidenza della Rai, più recentemente Renzi con la caduta del governo e molti altri casi per cui varrebbe la pena scrivere un articolo intero), è membro della Commissione Trilaterale, lobby che ha scritto nero su bianco che la democrazia non è sempre e applicabile e che ha stilato un documento/libro chiamato "crisis of democracy" dove viene esplicitamente detto che "i vostri politici provengono dalla nostra commissione", proviene dalla Goldman Sachs di cui abbiamo già parlato prima e infine proviene dall'Aspen Institute.
La famosa letterina
In concomitanza con l'allora presidente della BCE Trichet, il caro professore di economia decide bene di mandare una lettera all'allora capo di governo Berlusconi. La lettera chiedeva di attuare pesanti riforme sul sistema pensionistico, taglio dei salari e privatizzazioni a volontà. Ricetta neoliberista a tutto spiano. Ovviamente la lettera serviva solo ad intimorire il governo Berlusconi, che difatti da li a pochi mesi sarebbe cascato per mezzo dei soliti enti sovrannazionali che abbiamo già citato prima. Magari ne potremmo parlare in un prossimo articolo, dove spieghiamo per filo e per segno come è avvenuta la caduta di un governo eletto democraticamente come quello di Berlusconi e come successivamente siano stati messi Monti prima e Letta poi.
Quantitative Easing
Riporto da un articolo di QuiFinanza. "Il quantitative easing, o allentamento quantitativo, rientra nelle politiche monetarie espansive. In particolare, da alcuni economisti viene considerata una politica monetaria ultra-espansiva. Per analizzare il quantitative easing, è importante capire cosa comporta la stagnazione dell’economia per le aziende: in un’economia stagnante i consumatori e le imprese effettuano meno acquisti, con relative poche vendite. Le aziende devono di solito sostenere dei costi fissi, indipendentemente dai fatturati che rimangono invariati nonostante le vendite tendano ad abbassarsi in periodi di crisi: diminuendo i ricavi e restando fissi i costi di produzione, si sono purtroppo dovute registrare moltissime chiusure in fallimento di aziende in tutta Europa, molte delle quali in Italia. Il quantitative easing non è il primo livello di intervento che le Banche Centrali solitamente adottano con l’obiettivo di spingere il mercato ad uscire dalla stagnazione. Fra le prime opzioni infatti di solito le Banche Centrali tendono ad implementare azioni che abbassino i tassi di interesse che le banche applicano quando una persona o un’azienda va a chiedere un prestito: l’obiettivo di tale politica è quello aumentare le richieste dei prestiti, in quanto persone e aziende, attirate dai bassi tassi di interesse, possono essere spinte a chiedere prestiti in denaro. I soldi dei prestiti ottenuti potranno essere investiti acquistando beni o servizi da altre aziende, con l’obiettivo ultimo di rimettere in moto l’economia. Quando anche il taglio dei tassi di interesse sui prestiti non porta al risultato sperato, allora le Banche Centrali possono agire con il quantitative easing acquistando titoli degli Stati con lo scopo di immettere nuova moneta e aumentarne quindi la quantità in circolazione. Una delle tipiche conseguenze è l’aumento del prezzo dei titoli e la riduzione del loro rendimento, come la riduzione degli interessi bancari che, diminuendo, permettono una riduzione dei mutui e dei debiti contratti anche in passato nei confronti delle banche. Secondo quanto annunciato da Draghi, il quantitative easing introdotto nel 2015 verrà presto sospeso e gli Stati non riceveranno quindi più questa modalità di aiuto dalla Banca Centrale. Questa modalità di politica monetaria è rimasta in vigore tre anni e ha permesso di raggiungere buoni risultati: la speranza è che anche quando il Quantitative Easing verrà sospeso, l’economia degli Stati europei continui a crescere anche senza il suo supporto." Con questa mossa Draghi salvò l'euro.
L'articolo del Financial Times e la casa bruciata
A fine Marzo, sul Financial Times esce un articolo firmato Draghi in cui si dice che per combattere la crisi proveniente dalla pandemia bisognava dare soldi a fondo perduto. Una ricetta, possiamo dire, che i avvicina molto allo stile keynesiano, con cui Draghi è cresciuto. Una ricetta applicabilissima, soprattutto se si considera che lo stesso Draghi ha detto che la BCE non può fallire poiché emette moneta dal nulla. Durante lo stesso periodo di Marzo si continuava a vociferare di una possibile nomina di Draghi come presidente del consiglio. In seguito all'articolo del Financial Times e alle voci sull'incarico di governo, agli inizi di Aprile viene bruciata la casa di Draghi in Umbria con lui dentro. Minaccia o avvertimento? Considerando la dichiarazione sui soldi a fondo perduto, io lo giudicherei più come un avvertimento del tipo "hai fatto dichiarazioni che riguardano il bene delle persone? Bene, da oggi non farle più!"
La domanda ora sorge spontanea: al governo avremmo il Draghi keynesiano o il Draghi neoliberista?
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